24 giugno 1848 – Un santino della rivoluzione francese
Quando un filiconico trova un pezzo raro è sicuramente felice e soddisfatto di poter aggiungere un importante esemplare alla sua collezione o di completare una serie e magari potersene vantare con i colleghi collezionisti.
Per chi come me, oltre all’aspetto puramente collezionistico, piace anche studiare i singoli pezzi che man mano vengono in possesso è entusiasmante riuscire a scoprire esemplari che si distaccano dalla solita iconografia “sacra” che caratterizza la produzione devozionale di piccolo formato.
Quello che vi presento è un canivet meccanico edito dalla potente e prolifica maison Bouasse-Lebel negli anni in cui la sede legale era al n.9 di Rue de Petit Bourdon presso il quartiere di Saint-Sulpice a Parigi, quindi nei primissimi anni della sua fondazione che risale al 1945.
Quando ho visto questo santino mi ha colpito la insolita iconografia e il cartiglio che la descriveva; siamo abituati a vedere le immagini di Gesù, Maria, i Santi oltreché scene della Bibbia, dei Vangeli o della vita cristiana in generale per cui un immagine che presenta uomini armati di baionette contro suore e una didascalia che cita solamente una data hanno in me suscitato interesse e la voglia di approfondire.
La data è chiarificatrice, 24 giugno 1848. Siamo nel pieno dello svolgimento della Terza Rivoluzione Francese, iniziata nel momento in cui il 22 febbraio 1848, i parigini, sotto la spinta dell’opposizione liberale, repubblicana e socialista al governo Guizot, si sollevano prendendo il controllo della città, il monarca Luigi Filippo, rinuncia a soffocare con le armi la rivolta e abdica dopo due giorni e il 4 maggio 1848 il governo provvisorio rivoluzionario proclama la Seconda Repubblica.
Le forze politiche eterogenee che avevano abbattuto la monarchia si scontrano sul campo delle riforme sociali: il governo conservatore uscito dalle elezioni del 23 aprile non intende soddisfare le richieste degli operai parigini, che insorgono il 23 giugno, ma la loro rivoluzione è repressa nel sangue dal generale Cavaignac. Il governo, confermando la sua natura anti-operaia, abolisce gli Ateliers nationaux, i cosiddetti laboratori nazionali, innalza l’orario di lavoro e vieta il diritto di sciopero e di associazione.
Sulla base di questi avvenimenti il santino vuole raccontare una pagina di fede e di coraggio accaduta in quei giorni. Ma lasciamo che sia il santino a parlarne.
La didascalia riporta la seguente frase
24 juin 1848
Crois-tu que j’aie peur de ta Bayonnette?
Je ne crains que Dieu! C’est ici la maison du Seigneur, vous ne la souillerez
pas par un crime.
che nella traduzione italiana riporta:
24 Giugno 1848
“Pensi che ho paura della vostra baionetta?
Io ho paura solo di Dio! Questa è la casa del Signore, non deve essere profanata con i vostri crimini!”
Il retro del santino racconta sullo specifico l’avvenimento:
C’est dans les jours d’épreuves et de terreur que la sublimité de la religion se montre tout entière dans le dévouement de ses ministres et des pauvres. Tandis qu’au faubourg Saint-Antoine le vénerable Prélat de la capitale donnait sa vie pour ses brebis, au faubourg Saint-Marceau un officier de la garde mobile état sauvé par le dévouement des filles de Saint Vincent de Paul. Il s’était réfugié près d’elles pour échapper aux poursuites des insurgés; mais en entendant les cris de mort et le menaces d’incendie que ces hommes proféraient contre ces saintes femmes, l’officier alla, malgré elles, se livrer à ces furieux, qui lui arrachèrent sa tunique et s’apprètaient à le fusiller: déja ils l’avaient fait mettre à genoux, lorsque la courageuse Supérieure vint, malgré les vociférations de ces malheureux, se placer entre eux et leur victime “C’est ici la maison de Dieu, vous me la souillerez pas par un crime! Voilà 45 ans que je vous soigne, la vie de cet homme est la première gràce que je vous demande, pouvezvous me la refuser?”Alors un ce ces hommes placa sa baionette sur la poitrine de l’autre Soeur en disant: “Eh bien! C’est toi que nous tuerons! Crois-tu que j’ai peur de ta baionette, lui dit la courageuse vierge en la repoussant avec dédain. Je ne crains que Dieu!!”Comment ne pas reconnaitre la divinité d’une religion qui engendre de si sublimes dévouements!
che nella traduzione italiana riporta:
E’ stato nei giorni della prova e del terrore che la sublimità della religione stessa è mostrata interamente nella dedizione dei suoi ministri e dei suoi fedeli. Mentre nel sobborgo di Saint-Antoine il venerabile prelato della capitale ha dato la sua vita per i suoi fedeli, nel sobborgo di Saint-Marceau un ufficiale della Guardia mobile è stato salvato dalla devozione delle figlie di San Vincenzo de Paoli. Si era rifugiato vicino a loro per sfuggire dall’accusa degli insorti; ma sentendo le grida di morte e di fuoco e le minacce che questi uomini pronunciavano contro queste sante donne, l’ufficiale è andato, loro malgrado, ad indulgere alla furia di questi, che ha strappato la camicia erano pronti a sparargli: già lo avevano fatto inginocchiare, quando la coraggiosa Superiora è arrivata nonostante le grida infelici di essi, e si è posta tra di loro e la loro vittima “Questa è la casa di Dio, non si profanerà da un crimine! 45 anni fa mi trassi qua, la vita di quest’uomo è la prima grazia che vi chiedo, me la potete rifiutare?” Allora uno questi uomini pone la baionetta sul petto dell’altra sorella, che dice: ” Bene ! È lei ci ucciderà! Pensi che ho paura della tua baionetta?”, ha detto la vergine coraggiosa respingendolo con disprezzo. “Temo solo Dio ! “Come non riconoscere la divinità di una religione che crea questa sublime devozione!
Non è difficile capire come un santino del genere può entusiasmare un collezionista come me che è anche appassionato di storia.
Dentro un importante e noto periodo storico è raccontata una piccola pagina di fede coraggiosa che narra di piccoli grandi persone di cui forse non sapremo mai i nomi ma grazie a queste testimonianze ne conosceremo la forza, il coraggio, la fede, il cuore.