San Giuda Taddeo Apostolo
Uno dei santi che negli ultimi anni è riuscito a conquistare sempre più devoti è indubbiamente San Giuda Taddeo Apostolo. Non stiamo parlando di un santo locale legato ad una sola città o zona geografica ma di un Apostolo la cui santità è riconosciuta a livello canonico e di grande importanza, quello che ne ha messo a rischio il quasi oblio (almeno in Italia) è il nome che il più delle volte viene confuso con il nome dell’altro Apostolo Giuda l’Iscariota che come ben sappiamo è protagonista di una delle pagine più odiate dei Vangeli, il tradimento di Gesù.
La sua vita è avvolta nel mistero, le uniche notizie vengono date dai Vangeli, sia quelli canonici che quelli apocrifi. Il Vangelo di Luca, come anche gli altri evangelisti , lo menziona nel momento in cui narra l’elezione dei 12 Apostoli da parte di Gesù:
“In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.” (Lc 6, 12-16)
Nel passo di Luca, come anche negli Atti degli Apostoli (Atti 1,13) viene chiamato “Giuda di Giacomo” e questo fa si che molti studiosi esegeti si sono posti nel corso dei secoli la domanda sul vero grado di appartenenza familiare con Giacomo il minore che poteva essere fratello o padre di Giuda Taddeo. Nelle tre revisioni moderne del Vangelo di Luca, Giuda è nominato con tre diverse condizioni, nella revisione della CEI è semplicemente “Giuda di Giacomo”, nella NUOVA RIVEDUTA è “Giuda, figlio di Giacomo”, nella DIODATI è invece “Giuda, fratello di Giacomo”. Questo fa si che ci sia molta confusione riguardo alla vera identità parentale di Giuda Taddeo In realtà è lo stesso Giuda Taddeo che risolve il mistero nella lettera apostolica presente nel NT in cui egli stesso si presenta come il fratello di Giacomo: “Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo…” (Gd 1)
Nei Vangeli di Marco (10,3) e di Matteo (3,18) viene chiamato Taddeo o Lebbeo, dei soprannomi che gli vengono dati proprio per differenziarlo da Giuda Iscariota, se il nome Giuda ha il significato di “Lode”, il nome di “Taddeo” (una derivazione dall’aramaico Taddajja) ha il significato di “Colui dal petto largo o magnanimo” mentre “Lebbeo” (dal greco Libba ovvero “cuore”) assume il significato di “Coraggioso”, quindi, fin dagli albori della sua nascita, la chiesa cristiana ha voluto descrivere il carattere evangelico e personale di Giuda con due dei caratteri nobili propri dell’animo umano che contraddistinguono le qualità dei primi evangelizzatori, ovvero il coraggio e il perdono.
Come Giacomo il minore, Giuda Taddeo è quindi figlio di Alfeo, fratello di San Giuseppe e di Maria di Cleofa, una delle “tre Marie” che i Vangeli fanno presenti sotto la croce. San Giuda Taddeo, anche se non biologicamente, è quindi diretto cugino di Gesù, ed infatti per rimarcarne la parentela, viene rappresentato iconograficamente molto somigliante a Gesù se non addirittura perfettamente identico nel volto e nella capigliatura. Secondo Eusebio di Cesarea, Giuda Taddeo fosse sposato ed addirittura fosse lo sposo delle nozze di Cana e quindi testimone oculare del primo miracolo pubblico di Gesù in cui trasformò l’acqua in vino quando quest’ultima venne a finire nel banchetto nuziale.
La sua presenza all’interno dei Vangeli è quasi assente se non per l’elenco dei chiamati ad essere Apostoli e in Giovanni che riporta una sua domanda posta a Gesù durante l’ultima cena nel cenacolo; “Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?»” (GV 14,22).
È il fondatore della Chiesa Armena (Catholicos) convertendo, dopo averlo guarito, il principe Abgar V che aveva chiesto che lo stesso Gesù Cristo andasse da lui per guarirlo. Gli sono attribuiti una lettera canonica (ritenuta pseudoepigrafica) ed un Vangelo Apocrifo, andato perduto di cui si conosce l’esistenza poiché fu citato nel Decreo Gelasiano.
Dopo la venuta dello Spirito Santo gli Apostoli furono mandati ad evangelizzare per il mondo. Secondo alcuni testi siriaci, Giuda Taddeo evangelizza in Turchia, precisamente nella parte orientale, a Edessa. Secondo un’altra più probabile leggenda, Giuda Taddeo si sarebbe recato nelle regioni limitrofe della Palestina, nell’Arabia, Siria e Mesopotamia; avrebbe sofferto il martirio a Beirut o ad Aradus in Fenicia.
Una leggenda fondata attraverso alcuni scritti narra che Taddeo abbia incontrato l’apostolo Simone Zelota in Persia, insieme al quale evangelizzò quel regno; nonostante la continua ostilità dei sacerdoti pagani e soprattutto dei due maghi Zaroes e Arfaxat, nel giro di quindici mesi battezzarono in Babilonia circa 60.000 uomini, senza contare le donne e i fanciulli, e in tredici anni percorsero le dodici province dell’impero persiano.
Giunti nella città di Suanir, ai due Apostoli fu ordinato di sacrificare nel Tempio del Sole al sole e alla luna, ma essi risposero che il sole e la luna erano solamente creature del Dio che essi annunziavano; cacciarono dagli idoli i demoni, che vi soggiornavano, e, fra ululati e orrende bestemmie, se ne scapparono due figure nere e terrificanti; allora i sacerdoti e il popolo si precipitarono sui due Apostoli; i due furono uccisi da sassate e colpi di mazza, anche se alcune leggende narrano di spade e lance.
San Giuda Taddeo per antichissima tradizione, viene invocato come grande patrocinatore dei casi disperati e grande taumaturgo, oltreché come patrono della purezza, molti Santi sono stati ardenti devoti a Lui, San Bernardo viaggiava sempre con una reliquia di San Giuda, Santa Gertrude contribuì molto a rendere nota la sua vita e infine Santa Brigida di Svezia a cui Gesù Cristo apparve in un momento di gravissima necessità e dolore in cui ella lo pregava ardentemente. Nostro Signore disse alla Santa di chiedere la intercessione di San Giuda Taddeo, particolarmente prodigo proprio nelle necessità più profonde e disperate. La Santa ottenne sollievo grazie alla intercessione di San Giuda Taddeo ed a sua volta rese ancor più conosciuta quindi la sua funzione di Patrono dei casi disperati.
” Taddeo ha vinto il demonio colla sua purezza di cuore ” (Revel. Extra V. cap. 34)
Nel 1977 la famosa sindonologa Emanuela Marinelli attraverso lo studio degli spostamenti del famoso e Sacro lenzuolo funerario di Torino nel medio oriente avanza l’ipotesi fondata che l’icona (Mandylion) che Giuda Taddeo recava con se e che utilizzava per convertire i popoli non fosse altro che la Sacra Sindone stessa ripiegata in più parti fino a mostrare solamente il volto impresso del Cristo.
Recentemente alcuni collezionisti di Santini lo hanno proclamato loro protettore in quanto S. Giuda Taddeo era solito portare con se una immagine di Gesù Cristo per evangelizzare, una sorta di primo santino della storia ed essendo lo sposo delle “nozze di Cana” è stato anche, insieme a Maria, il testimone del primo miracolo pubblico di Gesù.